Modulo storico


Cap. III: La diaspora verso la terra degli Elfi

inita la guerra, gli uomini ed i nani si trovarono di fronte ad un continente quasi interamente devastato e cominciarono a ricostruire utilizzando anche i servigi dei loro nuovi poteri. Il continente come si presentava ancora un secolo dopo la fine della guerra era però ancora desolante perché la distruzione divina lascia segni che nessuna deflagrazione umana può nemmeno immaginare: gli abitanti cominciarono allora a chiedersi se non vi fossero altre terre nelle quali fosse possibile trasferire i loro beni fintanto che la natura non fosse riuscita a ridare vita alla terra (cosa che i druidi prevedevano sarebbe avvenuta in una decina di generazioni - umane - circa 4 secoli).

entre i druidi ed i maghi più potenti al soldo di quello che restava del governo erano impegnati nella ricerca di nuove terre ospitali che potessero accogliere la razza umana e quella dei nani, altri maghi e sacerdoti in numero assai inferiore si organizzavano per la realizzazione di un progetto unico nel suo genere: essi erano ancora devoti a Locost e stavano lavorando al progetto di un enorme Labirinto senza entrate o uscite che ingabbiasse qualunque creatura dotata di potere magico. Il progetto fu consegnato ai diavoli con la richiesta che la realizzazione non fosse effettuata nel loro continente per paura che loro stessi ne fossero vittima; per una tragica ironia del destino il continente scelto fu lo stesso che nascondeva da qualche parte al suo interno lo Scettro di Luce ed ancora il medesimo che era stato esaminato in quei giorni dai maghi governativi come possibile nuovo continente dove portare alla rinascita le razze umana e nanica.

razie ai poteri divinatori, infatti gli umani scoprirono dell'esistenza di un continente persino più grande di quello da loro abitato e quasi per nulla toccato dalla guerra degli Dei. Questo continente era abitato da altre razze sconosciute con una vita ed una organizzazione sociale diversa sia da quella dei nani che da quella degli umani. Così mentre le prime navi sbarcavano nel nuovo continente dando inizio alla diaspora, a centinaia di chilometri di distanza, ma nella stessa terra, il Labirinto fu completato e funzionò alla perfezione intrappolando il mutaforma ameboide.

li umani sbarcarono nella parte sud del continente, poco più a est di quella che oggi è nota come la Regione delle piogge ed entrarono subito in contatto con la prima e più numerosa delle razze del continente: i fieri ed indomabili elfi si fecero avanti per conoscere i loro chiassosi visitatori. Come abitudine delle due razze umana e nana, quando ancora non tutta la popolazione aveva iniziato ad imbarcarsi furono poste le fondamenta delle mura della nuova Capitale: essa diventerà la città di Iolia e fu collocata all’interno dell’insenatura più meridionale dell’isola continente. Gli esploratori riportarono subito l’esistenza di diversi popoli elfici a volte anche molto differenti in costumi e forme sociali: in particolare si arrivò subito ad una distinzione tra elfi alti, silvani e grigi. Solo in seguito gli scout delle prime formazioni dell’esercito regolare cominciarono a riportare testimonianze di altre due razze, quella schiva e lontana degli Gnomi decisamente di dimensioni più contenute rispetto a quella degli elfi e che trovava il suo territorio nel gran Pantanal centrale (nella zona a sud delle lande di nessuno e ad ovest della grande catena montuosa). La seconda razza era quella infida degli Orchi ed aveva ed ha tuttora organizzazione tribale: da sempre in guerra con la razza elfica e da sempre destinata a non riportare se non sporadiche vittorie, essa avrebbe avuto rapporti di alterna fortuna anche con gli umani (il massimo del reciproco rispetto si può intendere nella sopportazione certo non nell’amicizia), ma ha trovato nei nani dei potenti nuovi nemici.

el continente che per gli umani ed i nani era rappresentava la rinascita, da principio i contatti furono buoni, ma basati su una incomprensione di partenza: gli umani disprezzavano gli elfi perché ritenevano di aver salvato anche il "nuovo" continente dalla distruzione sconfiggendo i diavoli nella Guerra per la Vita, mentre le razze che lì abitavano avevano colto solo i frutti di tale sofferenza senza rendersene neanche conto. Il popolo umano inoltre si sentiva forte delle sue abilità magiche ormai consolidate credendo che nessun' altra razza ne disponesse (visto che i nani ne erano inspiegabilmente privi -in realtà si trattava di una scelta ben precisa-). Gli elfi dal canto loro consideravano le due razze in continuo sbarco degli ospiti momentanei visto che l'idea era che si fermassero per soli tre o quattro secoli per poi tornare indietro ed erano disposti a sopportare la loro chiassosa presenza per un lasso di tempo così "breve".

l rapporto tra i popoli si incrinò quando gli umani cominciarono a coltivare in maniera intensiva le zone circostanti le grandi città di Iolia e di Corath (il secondo insediamento umano a nord est della Capitale, di cui sono rimaste le sole rovine, situate a metà strada circa tra la vecchia Capitale e la attuale, Fengard) ed iniziarono le opere in muratura tipiche delle loro antiche città. Gli elfi non volevano che il loro territorio cambiasse così tanto a causa di persone di passaggio e pensarono di andare a dire agli umani di smettere con il loro atteggiamento aggressivo nei confronti di un continente ospitale. Gli umani fecero finta di capire ma in realtà erano consci che i loro figli sarebbero nati e morti di vecchiaia in quella terra dove loro stessi erano nati e di conseguenza sentivano come propria la terra che calcavano sotto i piedi. La situazione era destinata a precipitare.

nani intanto si erano separati in maniera indolore ed erano andati a fondare altre colonie non molto lontane continuando ad intrattenere stretti rapporti con gli umani e per quanto possibile con gli elfi: le loro colonie furono fondate dove tuttora si trovano. Il primo insediamento trova posto nella zona mineraria delle montagne verso il centro dell’isola continente, quando ancora le grandi montagne si affacciano direttamente sul mare. Essi non trovavano motivo di scontro vero con gli elfi perché la loro vita si svolge su tempi più simili a quelli degli elfi e la loro cultura non ha un così forte impatto ambientale. Nell'anno 137 d.s. (dopo lo sbarco) un governatore ambizioso (Forthian) trovò il modo di farsi eleggere a capo della guardia nazionale (l’allora esercito regolare) e decise che doveva muovere guerra contro gli elfi alti che non permettevano agli umani di oltrepassare un certo confine stabilito unilateralmente dagli elfi stessi. Per sua sfortuna egli si trovò ad affrontare quella che si sarebbe rivelata la più grande condottiera della storia contemporanea elfica: Coda Chiazzata. A quel tempo la donna che era molto giovane era però già a capo di una guarnigione di cani guerrieri (corrispondente dell'esercito regolare elfico) e avendo capito che non era possibile attaccare gli umani in campo aperto, ordinò al suo gruppo di ritirarsi nella vicina foresta e aspettare, si tratta appunto del bosco elfico a sud ovest dell’isola. Accusata in un primo momento dagli elfi stessi di codardia, permise invece che il suo fosse l'unico gruppo di cani guerrieri (dei quattro presenti sul confine) a scampare alle micidiali baliste e catapulte umane per poi contrattare all'interno dei boschi seminando il panico e mietendo molte vittime con assalti veloci e trappole mortali continue.

uando cominciò la guerra entrambe le parti erano convinte che si sarebbe risolta con una sconfitta rapida della controparte ma ciò non avvenne: i contendenti possedevano ottime conoscenze della magia e se gli elfi erano insuperabili nelle tattiche di guerriglia nei boschi, subito applicate sull'esempio di Coda Chiazzata, gli umani, grazie alla poderosa ingegneria difensiva e delle macchine da guerra sviluppata riuscivano a non indietreggiare negli spazi aperti e a non perdere le loro città. Ad un secolo di distanza dal loro arrivo nel nuovo continente gli umani avevano cominciato (o erano stati coinvolti, a seconda dei punti di vista) una guerra che non potevano prevedere quanto sarebbe durata.

ebbene non si trattasse di guerra divina il ricordo, tramandato nelle generazioni, di un'altra guerra devastante portò gli umani al terrore e quando si trovarono improvvisamente privi della loro guida, in quanto Forthian scomparve misteriosamente, alcuni comandanti presero la decisione di dare fuoco all’enorme bosco elfico nel quale si rifugiavano i loro nemici dopo le incursioni. Poco mancò che le fiamme (che attecchirono nella prateria) non bruciassero l'intero raccolto di grano dell'anno: la cosa si era risolta in un disastro quasi totale perché anche se lo scopo di privare gli elfi di un rifugio nei pressi di alcune città era riuscito, appena fu giunto l'inverno la popolazione infuriata elfica pose d'assedio le cinque città satelliti di Iolia (ma non la Capitale stessa) e la grande città di Corath. Ancora una volta grazie alla sapienza strategica di Coda Chiazzata una delle città satelliti cadde e la stessa Corath dovette cedere e fu espugnata per fame. La popolazione fu cacciata dalla zona dove aveva vissuto (incolume secondo i suoi metodi di guerra) e si spostò verso la capitale aggravando i problemi di scorte alimentari.

on era mai successo che delle città umane difese in maniera "completa" fossero espugnate da forze non divine in tutta la storia umana e queste erano state certamente ben difese: la notizia gettò nello sconforto la comunità umana tanto che ancora oggi quei giorni sono onsiderati come "i giorni della disperazione". La guerra andò avanti tra alterne vicende e tra gli umani si distinse Kegel, per le sue pericolosissime incursioni come "guastatore" nei campi elfi guadagnandosi più tardi l'onore di diventare il primo membro umano del concilio. Stanchi della situazione di stallo gli elfi inviarono Coda Chiazzata a provare la mossa decisiva al fine di chiudere la guerra con una vittoria o con una sconfitta. A tutt'oggi quella rimane la sua unica sconfitta in battaglia.

iunti alle porte di Iolia, già grande città portuale, per due anni fu tenuto l'assedio giorno e notte e per due anni la popolazione umana resistette grazie alle scorte ma soprattutto all'appoggio della flotta di pescherecci che permetteva di portare cibo anche in assenza di campi coltivati. Al termine dei due anni, dopo alterne vicende e tentativi di attacco nei quali si misurarono due imponenti eserciti, al contrario di quanto previsto dagli elfi non si riusciva a vedere una fine (positiva o negativa che fosse) a questa tremenda guerra.

nche gli umani non ne potevano più ma non avrebbero “ceduto” ad una richiesta di accordo proveniente dalla popolazione elfica se il nuovo governatore non avesse imposto il proprio volere a in questo senso con un improvviso cambiamento di strategia. E’ il settembre dell’anno 141 d.s. a quattro anni di distanza dall’inizio di quella che sarà ricordata come la guerra delle razze e una nuova organizzazione ha un ruolo fondamentale nella pace appena stipulata. Essi furono chiamati “i Mistici”.


d oltre un secolo di distanza sono poche le persone che possono dire di conoscere con chiarezza chi ed in che modo intervenne per raggiungere la pace in quel momento difficile per i destini delle razze nel continente. Qualunque sia stato il mezzo e qualunque fossero le motivazioni più profonde che spingevano all’azione questa nuova organizzazione, la strada dell'accordo doveva essere intrapresa e nel mese di Novembre fu siglata la pace (ancora oggi quello è un mese di festa in ricordo della fine della guerra).


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