Cap II: La Guerra per la Vita, la nascita dei Diavoli e dei Celestiali e la diffusione della Magia sulla Terra
a forza di Locost era grande ma nessuna delle divinità credeva sul serio che quelle minacce
avrebbero avuto la minima possibilità di realizzarsi; essi anzi compresero la disperazione del
giovane e pregarono Astendar di intervenire per evitare che il figlio perisse in uno scontro
inutile. Locost si sentiva impreparato ad affrontare uno scontro con il padre e si rifugiò
negli anfratti più nascosti dell’UnderDark continuando a sfuggirgli per diversi anni. Durante
questi anni gli altri Dei si convinsero che la “crisi” del giovane Locost fosse finita e
lasciarono perdere l’accaduto; mentre però Astendar continuava la sua ricerca nella speranza
di essere perdonato dal figlio, Locost elaborò un piano per portare a
termine la sua promessa.
gli diffuse rapidamente il morbo del vampirismo tenendolo sempre sotto controllo per evitare
che dilagasse: esso doveva essere sufficiente a terrorizzare la popolazione umana e dei nani
senza però correre il rischio di decimarla. I nuovi vampiri erano molto meno potenti del loro
creatore ma erano dei servitori fedelissimi e seguivano alla lettera le sue istruzioni così
quando in una comunità spaventata si presentava un sacerdote di una religione monoteista nuova
ed intollerante nei confronti delle vecchie religioni, i mostri dell’oscurità cambiavano aria
lasciando che il sacerdote si prendesse i meriti della liberazione. Il sistema era semplice ma
molto efficace e molti umani si convertirono in fretta alla nuova religione monoteista
abbandonando i vecchi culti: il Dio venerato dai seguaci di questo nuovo culto altri non era
che Locost stesso ora in grado anche di concedere poteri molto particolari ai suoi chierici.
Le divinità non intuirono subito il pericolo di questa azione e cercarono di rimediare
concedendo a tutti i loro chierici la possibilità di scacciare con determinati rituali e
simboli le creature non morte note come vampiri; la religione monoteista ricevette un breve
arresto fino a quando Locost che veniva lentamente scoprendo i suoi poteri con il passare del
tempo non trovò il modo di continuare a diffondere il suo culto.
ocost (come suo padre e a differenza degli altri Dei) sapeva bene che molta parte del potere
degli Dei si basa sull’appoggio da parte degli esseri senzienti (di qualunque tipo essi siano)
loro devoti. Per questo motivo aveva deciso di allargare la cerchia dei suoi devoti prima di
tentare l’attacco alle antiche divinità, la vera ascesa inarrestabile del suo culto si ebbe
quando i suoi credenti cominciarono a sperare in qualcosa di inimmaginabile: ridare la vita ai
morti. Tutte le divinità erano a conoscenza del segreto che rendeva possibile restituire la
vita ad un organismo vivente morto di morte violenta, ma custodivano il segreto gelosamente
per paura di turbare gli antichi equilibri naturali. Locost invece diffuse la pratica della
resurrezione concedendo questo potere ai suoi sacerdoti migliori ed i suoi adepti crebbero
sempre più minacciando i vecchi culti in maniera preoccupante con la loro intolleranza
praticata.
e antiche Divinità tennero ancora una volta concilio ma questa volta, nel rispetto del
vecchio codice, esse si rifiutarono di concedere ai loro sacerdoti il potere di ridare
la vita unicamente con lo scopo di contrastare l’ascesa della violenta religione monoteista
di Locost: gli Dei decisero invece di sfidarlo a mostrarsi in campo aperto per risolvere
definitivamente la questione in combattimento. Il Codice prevedeva che fosse lo sfidato a
scegliere la data di inizio del combattimento e Locost pretese che il combattimento avesse
inizio il giorno del solstizio d’inverno, dopodiché lasciò stabilire il campo di battaglia
ai suoi oppositori.
ocost non era convinto del passo fatto che gli sembrava ancora prematuro, ma quando il padre
Astendar si presentò a lui cercando di mediare per una soluzione pacifica egli vide il modo di
poter aumentare le sue chances e di punire l’odiato padre in un colpo solo. Egli distrusse i
poteri del padre riconducendoli a sé immediatamente: non vi fu un vero scontro dato che
Astendar non oppose in effetti nessuna resistenza rifiutando l’idea di combattere il suo
stesso sangue a cui già aveva recato tanta sofferenza; secondo il mito classico Astendar
morirà in questo frangente ma una visione più romantica e tragica vede il Dio dell’arte
lasciato irriconoscibile e solo sulla terra tra i senzienti che tanto aveva amato, non
privo dell’immortalità per la quale tutto era cominciato (pare che Astendar vaghi ancora
sulla terra alternando periodi di lucidità a periodi di sconforto nascosto tra
gli umani).
ancavano ancora diversi mesi alla data prevista per l’inizio della guerra e Locost era
convinto di aver raggiunto la potenza necessaria a sconfiggere chiunque in una sfida singolare
ma non credeva ancora di poter vincere da solo contro tutte le divinità. In oltre egli vedeva
tre grossi ostacoli alla sua ascesa: essi erano costituiti da tre figure particolari sulle
quali si sa molto poco; tutte le tracce rimaste di queste entità consistono in riferimenti
tutto sommato vaghi ad una parte sconosciuta del poema Epico di Denta (parte che non è mai
stato dimostrato veramente sia mancante) e soprattutto ad uno scritto ritrovato relativamente
di recente e fatto risalire alla poetessa Umha come scritto nel secondo secolo dopo lo sbarco
(anche se bisogna ammettere che in molti sostengono che si tratti di un falso storico).
l primo ostacolo era costituito dalla neutralità momentanea dei Titani che, sebbene inferiori
alle divinità, in campo di battaglia sarebbe stato meglio averli come alleati piuttosto che
come nemici. Il problema fu risolto alla svelta da Locost stipulando un patto di “reciproco”
aiuto e trucidando senza pietà tutti quelli sui quali nutriva qualche sospetto di infedeltà.
I Titani si piegarono al volere della divinità e quelli che non erano in sintonia con il loro
popolo fuggirono rifugiandosi nei luoghi più remoti e solitari del pianeta.
isolto il problema con il popolo dei Titani e dopo averli riuniti in un esercito poderoso,
Locost si volse alla seconda delle tre figure accennate in precedenza; questa è anche la parte
più nebulosa della vicenda e sembra più una leggenda volta a spiegare la nascita e la
diffusione dei draghi nel pianeta che invece una parte dell’epica che ha come protagonista
Locost.
n ogni caso la poetessa Umha racconta dell’esistenza di un Drago ancestrale (una creatura
mistica di cui nessuno conosceva realmente le possibilità ed i poteri) più potente di
qualunque divinità allora conosciuta, ma che per sua natura non sarebbe intervenuto nel
conflitto divino se non in situazioni molto particolari.
(riporto qui di seguito un breve brano di Umha)
[...]
Ed allor chino gli disse
“Maestosa maestade:
Del mondo, pria che sparisse,
E persa la sua beltade.
Dunque chi siete Creatura
Che Re abbatteste pacato
Con il color di paura,
Soffio potente e incantato?
Il colosso nulla rispose
Nel ciel seren volteggiando,
Ma forte a terra si pose,
Il meschin uom rimirando.
Potente era, Scuro e Immenso,
Le ali portate a mantello:
C’era in lui vigore intenso...
Senza età, niente più bello
[...].
|
|