Cap. I: Astendar
iversi secoli fa un enorme impero millenario era giunto ad occupare tutte le terre emerse fino
ad allora conosciute: esso si estendeva in tutte le direzioni in un enorme continente e si
avviava a prosperare per molto tempo ancora.
a religione praticata durante il periodo dell’Impero era complessa e multiforme come le
popolazioni che ne praticavano i culti. La tolleranza diffusa e praticata per ogni credo
aveva dato luogo al fiorire di molti culti diversi: una grande quantità di Dei, Semidei
ed Eroi popolano le moltissime leggende che, tramandate oralmente o trascritte da un poeta,
hanno resistito allo scorrere dei secoli; ogni regione del continente poggiava la propria
cultura ed i propri ideali su più divinità protettrici o sul ricordo delle imprese dei loro
eroi.
ell’anno 1356 dell’Impero (secondo la vecchia datazione, quindi corrispondente a circa 770
anni prima dello sbarco -770 p.s.-), anche se i contemporanei non potevano ancora saperlo,
una nuova divinità si affacciava nel complicato pantheon del pianeta: questo è l’anno in cui
ebbe luogo la precoce iniziazione di Astendar figlio di Telchar, Dio del Tuono e di Ehecatl
che aveva in sé il potere della vita e della morte di tutti gli esseri sia che essi fossero
o meno divini. Egli non solo superò la prova che gli era stata proposta ma dimostrò poteri
incredibili ai suoi spettatori tanto da mettere in dubbio senza volerlo il dominio fino ad
allora incontrastato del padre sulle altre divinità.
stendar cresceva velocemente aumentando di anno in anno la sua potenza ma, al contrario di
quanto si temeva nell’Asdargh (il regno dei Cieli), le sue intenzioni non avrebbero potuto
essere più pacifiche nei confronti delle altre divinità; in realtà, anzi, egli non si curava
affatto delle questioni e dei litigi che spesso interessavano gli dei dell’antichità (per
quanto se ne desume dalle leggende) né prendeva parte alle frequenti competizioni di vario
genere che probabilmente avrebbe spesso vinto con facilità: la sua potenza gli avrebbe
permesso di aspirare a diventare il re degli Dei ma egli adorava invece vivere tra gli
uomini e, in incognito, contribuire a migliorare la loro vita.
urante i suoi primi anni sulla Terra sembra infatti che egli abbia introdotto alcune
importanti innovazioni nella lavorazione dei metalli e del ferro in modo particolare
(le nuove leghe poi perse durante la “Guerra per la Vita”) nella coltivazione e nella
creazione di nuovi strumenti musicali. La sua conoscenza era a disposizione di chiunque
avesse voglia di imparare ed egli giustificava il suo atteggiamento di fronte agli altri
Dei dicendo che egli stesso apprendeva qualcosa da ogni singola persona. Astendar aveva il
bisogno di giustificare il suo atteggiamento perché questo provocava forti risentimenti nelle
altre divinità: anche il padre, ingelosito per la sua crescente popolarità tra i mortali,
cercò di convincerlo a cambiare atteggiamento anche in virtù del vecchio Codice Divino che
vietava influenze continue degli Dei negli affari terrestri per non comprometterne lo
sviluppo.
stendar però si ribellò al volere del padre e per non creare imbarazzo rimanendo a “corte”,
lasciò l’Asdargh e si spostò definitivamente sulla terra: egli adorava tutte le creature che
la abitavano ma aveva preso a cuore principalmente la popolazione umana perché la vedeva
afflitta da un male terribile: la mortalità. Ogni essere vivente giungeva alla fine del suo
ciclo vitale ma per gli uomini questo giungeva così dannatamente in fretta rispetto agli
altri semiumani: egli non riusciva a sopportare di vedere tanta energia dispersa in una
maniera tanto terribile.
er aiutarli a superare questa maledizione (così la considerava), Astendar decise di privarsi
di uno dei suoi segreti più importanti ed insegnò agli umani come dominare la forza vitale che
è in loro ed in tutti i corpi viventi e non che li circondano: in questo modo gli umani
avrebbero potuto prolungare di molto la loro vita. Purtroppo però pochissimi tra tutti loro
erano in grado di sostenere l’apprendistato necessario a dominare la propria Forza interiore
e così Astendar era costretto a continuare a vedere invecchiare le persone che aveva imparato
ad apprezzare e che lo amavano (non conoscendolo come un Dio). Rattristato da una delle prime
sconfitte mai subite, il Dio decise allora di donare la scrittura a tutte le popolazioni
semiumane così che almeno il ricordo delle azioni e delle opere compiute dagli uomini
continuasse nel tempo.
el 1675 (circa 450 anni p.s.), oltre tre secoli dopo l’iniziazione di Astendar, gli umani
ed i nani, vivendo in una simbiosi quasi perfetta, erano riusciti a portare all’apice della
sua potenza e del suo benessere l’enorme Impero. Grazie alle proprie forze così come ai “doni”
del Dio fatti nel corso degli anni, l’impero si era sviluppato e prosperava facendo affidamento
sulla tecnologia delle macchine, sull’architettura degli imponenti edifici così come sulle arti
e soprattutto su di una giusta visione delle scienze sociali. Quel periodo è passato alla
storia come l’età d’oro della civiltà umana e persino migliori sembravano le promesse per il
futuro.
uell’anno Astendar vide nascere il suo primo figlio e venne a conoscenza in quello stesso
momento di ciò che egli aveva sempre temuto: suo figlio, pur presentando molti dei suoi
straordinari poteri, era mortale come la madre. Astendar non poteva sapere quanto sarebbe
vissuto il figlio ma si convinse subito che il bambino se ne sarebbe andato in un battito
di ciglia, lasciandolo ancora una volta solo sulla terra: poteva forse accettare a fatica
di vedere la donna amata morire ma non avrebbe mai accettato di sopravvivere al proprio stesso
figlio.
er evitare che suo figlio subisse la stessa fine di tutti gli altri umani Astendar ricorse ad
un incantesimo potentissimo dagli esiti incerti. L’invecchiamento del corpo di Locost (questo
il nome del ragazzo) fu arrestato all’età di 23 anni, ma le conseguenze non previste
dell’incantesimo non tardarono a mostrarsi nella loro terribile forma. Locost era condannato
a vivere di notte in quanto il minimo raggio di sole lo avrebbe distrutto ma soprattutto smise
di assimilare il cibo con il quale si era nutrito fino ad allora; pochi giorni dopo
l’incantesimo colto da un impulso irrefrenabile assalì ed uccise la madre durante la notte
placando la sua fame inumana con il sangue di lei.
ocost era diventato il Primo Vampiro e addossò al padre la colpa di quella sua tragica fine
e della morte di sua madre cominciando ad odiarlo con tutte le sue forze. Accecato dall’odio
verso il padre, Locost diede sfoggio delle nuove possibilità acquisite dal suo essere vampiro
combinate ai poteri ereditati dal padre: per prima cosa attaccò e distrusse sistematicamente
tutti i luoghi di culto e chiunque si professasse un seguace del culto di Astendar. Egli si
rese presto conto che i suoi obiettivi erano però ben poca cosa e la facilità con cui portava
a termine i suoi scopi era disarmante: la sua sete di vendetta non poteva essere così
facilmente placata, così quando gli Dei decisero di intervenire per fermare la carneficina
egli si ribellò e lanciò la sua sfida al regno dei cieli promettendo che lui ne sarebbe stato
l’unico re o che sarebbe stato distrutto.
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